lunedì 2 settembre 2013

RESET (DONNA) di Insolito Scrittore



Quante volte avrei voluto conoscerne il significato di quella parola. Si dico, cosa significa essere donna!
Pensieri, a volte gridati e a volte soffiati, ma quel mistero rimaneva ancora irrisolto.
Un giorno quei pensieri uscirono dalla mia bocca, così, senza freni, senza paura che potessero essere captati da qualcuno, o qualcuna., e invece....

«Chiudi gli occhi.» disse, una voce alle mie spalle, mentre le sue dita sfioravano le mie palpebre inducendole ad abbassarsi. Il suo respiro si faceva sempre più vicino fino a lambire il mio collo di un vento caldo finora mai sperimentato.
«Chi sei?»
«Non è importante chi sono, ma cosa sono»
«Cosa sei allora.....»
«Questo dovrai scoprirlo tu! Ora.»
Sentii le sue mani sbottonarmi la camicia e insinuarsi dentro, le sue dita si muovevano tattili, delicate come se cercassero di stuzzicare la mia pelle a sentire l'elettricità in quei polpastrelli che si muovevano sul mio petto. Un brivido. I miei capezzoli diventarono duri.
«Continua a tenere gli occhi chiusi e girati, non aprire gli occhi, lascia che sia la tua mente ad esplorarmi a immaginarmi....toccami, spogliami...»
Mi voltai diretto dalle sue mani sulle spalle, mulinai le mani in aria fino a sentire le sue cingermi i polsi e indirizzarle sul suo volto.
Zigomi, labbra, naso, occhi, nuovamente zigomi. Il suo volto dentro le mie mani. Sentivo il suo respiro, sentivo quei pensieri che chiedevano di essere esplorati.
Collo, mani dentro i capelli, lisci raccolti prima e ora sciolti, setosi, avvicino il naso per annusarne il profumo. La sento allontanarsi.
«Non aprire gli occhi»
L'istinto era forte, volevo infatti aprirli ma sapevo anche che sarebbe finito tutto, troppo in fretta.
«Li tengo chiusi, ok.»
Ritornai sul suo collo, sentivo il sangue scorrere nelle sue vene, sembrava accelerare, seguiva il ritmo del suo respiro. Avverto i bordi del colletto della sua camicia sul dorso delle mani, li scavalco fino a sentire la seta scivolare sotto i miei palmi fino alle spalle. Ritorno su, verso il collo e poi giù verso le spalle, mi piace quel fruscio, mi piace sentire che quel tocco, piace anche a lei, l'avverto nella sua reazione di allargare le spalle, distenderle quasi ad aprirsi. Non so forse dovrei osare, quella domanda cerca una risposta...cosa vuol dire essere donna. Lei stessa ha detto spogliami, ancora quel desiderio irrefrenabile di vedere, di sciogliere l'oscurità in cui sto marcendo in quel desiderio. Devo resistere, non devo farmi trascinare dagli occhi. Provo ad ascoltare il suo respiro a cercare qualche via di fuga lasciando scorrere le dita sulle spalline del reggiseno sotto la seta, presto arrivo al suo seno, per un istante sento il suo respiro fermarsi, sospeso in un piacere che ora provo anche come mio.
«Ti sento.» dice dopo aver ingoiato un po' di saliva.
Incomincio a sbottonare la sua camicia, a uno a uno i bottoni liberano un aroma di vaniglia. Ho preso le distanze, il mio palmo aperto è ora sulla sua pelle scivola sotto la seta sale su fino a cingere le spalle a liberarla di quell'indumento ormai scomodo. Si lascia avvicinare ora, lascia posare le mie labbra sulla spalla , mentre l'altra mano libera anche l'altra spalla. La camicia scivola giù, un fruscio e niente più.
Vorrei sbirciare, le dita invece incominciano a essere i miei occhi, così come le labbra che ascoltano tutto ciò che la sua pelle mi trasmette.
Dovrei smettere prima che non possa ritrarmi più indietro (ma lo voglio, lo voglio veramente smettere, basterebbe aprire gli occhi e tutto sarebbe finito). Le dita giocano con le spalline del suo reggiseno, pollice e indice sono inebriati dalla delicatezza di quel tessuto che sentono scivolargli sotto. Si muovono all'unisono le mie mani si aprono a libro lasciando le spalle finalmente libere.
Il suo respiro si gonfia ancora, sembra in attesa che succeda qualcosa. Lei è immobile, lascia che sia io a sentire ogni sensazione che mi trasmette. Dovrei smettere, mi sembra di affogare in un qualcosa che non riesco a controllare.
Le sue braccia sono distese lungo i fianchi, le mie continuano a spingere invece verso il basso. Qualcosa è esploso ora. I suoi seni sono fuori dalla coppa del reggiseno. Li ho sentiti. Ho sentito lei mordersi le labbra. Il reggiseno è alla vita, le mie mani pure. Faccio per stringerla per liberarla definitivamente del suo reggiseno. Mi anticipa, molto più esperta riesce a sganciarlo fulmineamente, togliendomi il gusto di quel gesto.
I palmi scivola sulla sua pelle, sui suoi fianchi, dietro la schiena. Percepisco che sfiorarle i seni in questo momento anticiperebbe i termini del suo orgasmo. Srano come riesca a sentirla ora. Fragile e forte.
Ritorno sui fianchi, fino ai pantaloni, niente cinta, solo tessuto, si aprono lateralmente, il che mi crea un po di spaesamento non avendo trovato l'apertura centrale come abitualmente sono indirizzato a pensare.
Bottone, cerniera, la zip giù. Sento il suo bacino muoversi, ondeggiare, un ritmo suo, lento ma accattivante. Le mie dita si insinuano tra la sua pelle e il tessuto fino a raggiungere i suoi glutei.
Capisco che quei pantaloni saranno un ostacolo duro da eliminare, lasciano pochissimo spazio tra me e la sua pelle. Sembrano fatti su misura. Ancora una volta mi affido all'istinto a quel sentirla donna. Mi abbasso, inginocchiato. Il mio respiro all'altezza del suo ventre.
Fortunatamente il soffice tessuto scivola sulla sua pelle. Lento inesorabile viene giù. Quel movimento dei suoi fianchi mi aiuta.
Quando sento di aver scavalcato le ginocchia, le sollevo una gamba, le bacio l'interno coscia mentre con la mano continuo a sfilare la gamba dai pantaloni. Attraverso il suo bacino con le labbra per spostarmi sull'altra gamba. Mi appoggio appena sui suoi slip perdendomi nell'odore del suo nido.
Sull'altra gamba i pantaloni vengono via ancor più facilmente.
Sono prono davanti a lei con un unico desiderio. Donna.
Apro gli occhi....
Tutto svanisce, ancora una volta non ero pronto a sciogliere quel mistero (donna), forse non voglio risolverlo mi piace solo giocarci, andarci vicino, mi piace quell'eccitazione che mi fa avvicinare...forse mi manca ancora molto da imparare, o forse poco.....so solo che mi è piaciuto.
Reset....ricomincerò la prossima volta...

Quante volte avrei voluto conoscerne il significato di quella parola. Si dico, cosa significa essere donna!
Pensieri, a volte gridati e a volte soffiati, ma quel mistero rimaneva ancora irrisolto.
Un giorno quei pensieri uscirono dalla mia bocca, così, senza freni, senza paura che potessero essere captati da qualcuno, o qualcuna., e invece....

«Chiudi gli occhi.» disse, una voce alle mie spalle, mentre le sue dita sfioravano le mie palpebre inducendole ad abbassarsi. Il suo respiro si faceva sempre più vicino fino a lambire il mio collo di un vento caldo finora mai sperimentato.
«Chi sei?»
«Non è importante chi sono, ma cosa sono»
«Cosa sei allora.....»
«Questo dovrai scoprirlo tu! Ora.»
Sentii le sue mani sbottonarmi la camicia e insinuarsi dentro, le sue dita si muovevano tattili, delicate come se cercassero di stuzzicare la mia pelle a sentire l'elettricità in quei polpastrelli che si muovevano sul mio petto. Un brivido. I miei capezzoli diventarono duri.
«Continua a tenere gli occhi chiusi e girati, non aprire gli occhi, lascia che sia la tua mente ad esplorarmi a immaginarmi....toccami, spogliami...»
Mi voltai diretto dalle sue mani sulle spalle, mulinai le mani in aria fino a sentire le sue cingermi i polsi e indirizzarle sul suo volto.
Zigomi, labbra, naso, occhi, nuovamente zigomi. Il suo volto dentro le mie mani. Sentivo il suo respiro, sentivo quei pensieri che chiedevano di essere esplorati.
Collo, mani dentro i capelli, lisci raccolti prima e ora sciolti, setosi, avvicino il naso per annusarne il profumo. La sento allontanarsi.
«Non aprire gli occhi»
L'istinto era forte, volevo infatti aprirli ma sapevo anche che sarebbe finito tutto, troppo in fretta.
«Li tengo chiusi, ok.»
Ritornai sul suo collo, sentivo il sangue scorrere nelle sue vene, sembrava accelerare, seguiva il ritmo del suo respiro. Avverto i bordi del colletto della sua camicia sul dorso delle mani, li scavalco fino a sentire la seta scivolare sotto i miei palmi fino alle spalle. Ritorno su, verso il collo e poi giù verso le spalle, mi piace quel fruscio, mi piace sentire che quel tocco, piace anche a lei, l'avverto nella sua reazione di allargare le spalle, distenderle quasi ad aprirsi. Non so forse dovrei osare, quella domanda cerca una risposta...cosa vuol dire essere donna. Lei stessa ha detto spogliami, ancora quel desiderio irrefrenabile di vedere, di sciogliere l'oscurità in cui sto marcendo in quel desiderio. Devo resistere, non devo farmi trascinare dagli occhi. Provo ad ascoltare il suo respiro a cercare qualche via di fuga lasciando scorrere le dita sulle spalline del reggiseno sotto la seta, presto arrivo al suo seno, per un istante sento il suo respiro fermarsi, sospeso in un piacere che ora provo anche come mio.
«Ti sento.» dice dopo aver ingoiato un po' di saliva.
Incomincio a sbottonare la sua camicia, a uno a uno i bottoni liberano un aroma di vaniglia. Ho preso le distanze, il mio palmo aperto è ora sulla sua pelle scivola sotto la seta sale su fino a cingere le spalle a liberarla di quell'indumento ormai scomodo. Si lascia avvicinare ora, lascia posare le mie labbra sulla spalla , mentre l'altra mano libera anche l'altra spalla. La camicia scivola giù, un fruscio e niente più.
Vorrei sbirciare, le dita invece incominciano a essere i miei occhi, così come le labbra che ascoltano tutto ciò che la sua pelle mi trasmette.
Dovrei smettere prima che non possa ritrarmi più indietro (ma lo voglio, lo voglio veramente smettere, basterebbe aprire gli occhi e tutto sarebbe finito). Le dita giocano con le spalline del suo reggiseno, pollice e indice sono inebriati dalla delicatezza di quel tessuto che sentono scivolargli sotto. Si muovono all'unisono le mie mani si aprono a libro lasciando le spalle finalmente libere.
Il suo respiro si gonfia ancora, sembra in attesa che succeda qualcosa. Lei è immobile, lascia che sia io a sentire ogni sensazione che mi trasmette. Dovrei smettere, mi sembra di affogare in un qualcosa che non riesco a controllare.
Le sue braccia sono distese lungo i fianchi, le mie continuano a spingere invece verso il basso. Qualcosa è esploso ora. I suoi seni sono fuori dalla coppa del reggiseno. Li ho sentiti. Ho sentito lei mordersi le labbra. Il reggiseno è alla vita, le mie mani pure. Faccio per stringerla per liberarla definitivamente del suo reggiseno. Mi anticipa, molto più esperta riesce a sganciarlo fulmineamente, togliendomi il gusto di quel gesto.
I palmi scivola sulla sua pelle, sui suoi fianchi, dietro la schiena. Percepisco che sfiorarle i seni in questo momento anticiperebbe i termini del suo orgasmo. Srano come riesca a sentirla ora. Fragile e forte.
Ritorno sui fianchi, fino ai pantaloni, niente cinta, solo tessuto, si aprono lateralmente, il che mi crea un po di spaesamento non avendo trovato l'apertura centrale come abitualmente sono indirizzato a pensare.
Bottone, cerniera, la zip giù. Sento il suo bacino muoversi, ondeggiare, un ritmo suo, lento ma accattivante. Le mie dita si insinuano tra la sua pelle e il tessuto fino a raggiungere i suoi glutei.
Capisco che quei pantaloni saranno un ostacolo duro da eliminare, lasciano pochissimo spazio tra me e la sua pelle. Sembrano fatti su misura. Ancora una volta mi affido all'istinto a quel sentirla donna. Mi abbasso, inginocchiato. Il mio respiro all'altezza del suo ventre.
Fortunatamente il soffice tessuto scivola sulla sua pelle. Lento inesorabile viene giù. Quel movimento dei suoi fianchi mi aiuta.
Quando sento di aver scavalcato le ginocchia, le sollevo una gamba, le bacio l'interno coscia mentre con la mano continuo a sfilare la gamba dai pantaloni. Attraverso il suo bacino con le labbra per spostarmi sull'altra gamba. Mi appoggio appena sui suoi slip perdendomi nell'odore del suo nido.
Sull'altra gamba i pantaloni vengono via ancor più facilmente.
Sono prono davanti a lei con un unico desiderio. Donna.
Apro gli occhi....
Tutto svanisce, ancora una volta non ero pronto a sciogliere quel mistero (donna), forse non voglio risolverlo mi piace solo giocarci, andarci vicino, mi piace quell'eccitazione che mi fa avvicinare...forse mi manca ancora molto da imparare, o forse poco.....so solo che mi è piaciuto.
Reset....ricomincerò la prossima volta...

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