venerdì 20 settembre 2013

IL NEGOZIO DI INTIMO di Gianluca Jazz Giannini




Era entrata in quel negozio che prometteva saldi di fine stagione a prezzi stracciati. 50-60-70. Passeggiò tra le corsie senza trovare niente che la soddisfacesse. Ad un certo punto trovò un angolo nascosto del locale con la scritta in alto “Intimo particolare” la cosa la incuriosì. Scostò la tendina e sporse la testa la dentro. Una stanza con grandi specchi da una parte e dall'altra una serie di ceste ricolme di abbigliamento intimo che aveva destato la sua attenzione. Perizomi, tanga, body, sottovesti trasparenti, con paillettes o senza, c'era un vasto assortimento. La stanza fungeva anche da spogliatoio, una volta entrata si era accesa la luce occupato sopra la tendina che aveva richiuso dietro di se.
Incominciò ad appoggiarseli addosso, per vedere come le stavano, poi disse che ciò non era sufficiente e incominciò a spogliarsi.
Si tolse la camicetta e la ripose nell'appendiabiti affianco alla specchiera, sganciò la gonna lateralmente e questa le scivolò giù per le gambe. Stette un attimo li davanti allo specchio a guardarsi. Aveva indossato un completino di pizzo color vinaccia, le stava da dio, era fiera di quell'acquisto, ora cercava qualcos'altro per implementare la sua collezione personale.
Mise i capi che aveva scelto sul guardaroba affianco alla specchiera. Non contenta di come le scendevano , le venne il desiderio di spogliarsi e di indossarli. Certa che nessuno avrebbe avuto da ridire se ci sarebbe stata dentro per un infinitesimo istante.
Si liberò così del coordinato, rimanendo nuda davanti allo specchio, si piacque, era una donna che a detta di tutti aveva ancora una silhouette invidiabile, e lei lo sapeva, da come gli occhi degli uomini si posavano su di lei. Certo non era una bellezza eccezionale, ma compensava con la classe nel vestire e nel portare abiti, che compensavano quella quasi assoluta mancanza di seno e qualche evidente segno di cellulite, niente di grave, a quello poteva fare ben poco.
Per l'occasione si era depilata e vedere il suo ventre così le produceva sempre piacere. Quello specchio poi invogliava a mettersi in mostra. Anzi le era venuta proprio un'idea, quella di fare uno strep tease al contrario, cioè rivestirsi anziché spogliarsi con la roba che intendeva indossare. Prese la sedia allora al suo fianco e la posizionò come una vera star davanti allo specchio, immaginando di avere un pubblico che la seguisse.
Si sedette, pose le mani sulle ginocchia e giocò un po' ad allargare e chiudere le gambe, mostrando e occultando il suo ventre.
Pensò, farebbero la fila per vedermi, forse pagherebbero anche. Voltò la testa verso il primo capo, le piaceva, era di colore viola, andavano di moda quei colori quell'anno, era un corsetto in raso con ricami neri, quasi trasparente, i ricami erano opportunamente posizionati all'altezza delle zone sensibili del suo seno e si espandevano a raggiera fino ad avvolgerla completamente scendendo verso la sua schiena in prossimità dell'osso sacro, le avrebbero lasciato la schiena completamente scoperta, cosa che lei gradiva molto. Le piaceva avere gli occhi sulla schiena e talvolta li sentiva scendere ancora più giù, dalle parti delle rotondità dei suoi glutei.
Quanto al poco seno quel corsetto lo esaltava facendolo apparire più florido.
Il primo capo lo aveva scelto, lo ammirò sulla sua pelle sfilando davanti alla vetrata in lungo e in largo. Si avvicinò allo specchio e dette un bacio al pubblico che la stava “idealmente” osservando.
A questo punto della storia qualcuno potrebbe pensare che dietro lo specchio ci fosse qualcuno, magari anche più di uno a godersi quello spettacolo. Mi dispiace, non era così. Almeno per quanto ci è dato di sapere.
La donna si tolse il corsetto e indossò gli altri capi ritenendosi egualmente soddisfatta, le donavano tutti e le piacevano tutti. Ritornò in possesso dei suoi abiti, e uscì da quel locale lasciando gli abiti selezionati sulla sedia davanti alla specchiera.
Scostò la tenda e il locale con la scritta “Intimo particolare” ritornò libero. Si avvicinò alla cassa alla quale stava un distinto uomo, in giacca e cravatta.
- Spero che lo spettacolo sia stato di suo gradimento.
disse in tono inequivocabile la signora ancora piacente.
- Lo è stato madame. La signora ha scelto?
- Certo, la sua roba è impeccabile, la può portare a casa lei direttamente questa sera.
Ovviamente, questo tra di loro era un gioco collaudato, essendo la signora sua moglie, e lui conosceva i vizi e le virtù di quella signora come nessun altro, rimanendone ancora innegabilmente attratto, e anzi, se mai fosse possibile, ne era ancor più innamorato.

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