venerdì 20 settembre 2013

CATTIVISSIMA ME di Francesca Delli Colli




“Ma tu chi sei?"
Chiesi alla mia immagine riflessa nello specchio. Una figura conosciuta, belloccia e attraente a cui pero’ non sapevo dare una identita’effettiva.
“Sei uno sbaglio della natura o la perfezione assoluta?” continuai stupita nel cercare di riconoscermi.
L’aspetto fisico e’ solo un biglietto di presentazione ma poi nessuno e tanto meno io sapevo cosa o chi potesse esserci dentro a quell’involucro.
L’introspettiva e’ una cosa che ho sempre ricercato in me stessa, ho sempre amato il poter capire, il cosa potesse spingere ad essere o non essere, i propri limiti e le proprie liberta’, l’etica e l’immoralita’.
Sempre eternamente divisa a meta’ e senza la forza di poter prevaricare questa divisione.
“ E tu chi vorresti essere?” mi rispose l’immagine a tradimento .
“Ma tu stai parlando!” esclamai allucinata ed anche impaurita nel sentire quelle parole provenire dallo specchio.
La mia immagine assunse una espressione quasi strafottente ed ironica mentre reclinava il capo verso una spalla e mi scrutava con un’aria dubbiosa e divertita.
“Certo che parlo, come non potrei considerato che io sono te!” rispose beffarda quasi deridendo la mia incredulita’.
“Ma c’e’ una enorme differenza tra me e te “ continuo’ pacata.
“ Io SO mentre tu non sai, vaghi nel dubbio , nel buio alla ricerca di te stessa, ma non so quanto tu possa riuscirci senza che io ti possa mettere a confronto con cio’ che sei nella realta’ con quello che vedi riflesso e parla per te”
Poche parole e secche che arrivarono dritte dentro di me, trafiggendo ogni vana sicurezza che cercavo di ostentare.
“Quindi cio’ che sto vedendo non sono io! E’ questo che stai cercando di dirmi?” Esclamai lasciando da parte la sorpresa e partendo come al solito all’attacco cercando di cautelarmi.
L’attacco e’ sempre la miglior difesa..in genere, ma non in questo caso.
“Assolutamente no, siamo la stessa identica cosa ma con la variante che una e’ l’integrazione dell’altra” Rispose con gran tranquillita’ fregandosene del mio stato d’asia che aumentava sempre piu’.
“ Io sono cio’ che vorresti essere ma non riesci ad essere , sono la tua inquisitrice che ti condanna, ma ti condanna alla liberta’ nel momento in cui diventerai consapevole, cosa che ora non sei perche’ prigioniera della tua ignoranza e dei mille dubbi che ti corrodono l’anima”. Sogghigno’ nel dire questa parola e assunse un’aria di superiorita’ .
“Ma io non sono cosi tenera dai rosicare cosi facilmente e da qui la tua lotta intestina per capire chi sei” inizio’ a spiegarmi .
La situazione era nettamente cambiata e sfuggita di mano, mentre inizialmente ero io che mi chiedevo cosa fossi, il “cosa fossi” ora aveva iniziato la sua arringa contro di me , il colpevole avversario.

(short stories)
La mia difesa era debole perche’ sapevo che le accuse erano forti ma fondate.
“Vedi , cara me…” continuo’ senza pieta’ “A te manca la forza di presentati come un unico essere e completo, hai paura di essere te stessa e di prendere decisioni affinche’ tu “SIA” preferendo rimanere in quella terra di mezzo ma continuando a piangere su te’ stessa perche’ non riesci a sbocciare”.
Ora quella voce era delicata e dolce, ma sentivo comunque un dolore dentro che mi lancinava mentre mi nutrivo di quelle parole e piu’ si diffondevano e piu’ entravano in me.
Piano piano iniziai a provare uno strano sollievo, quel valzer di opposti iniziava a costruire una sola sicurezza ,mettendomi davanti alle mie potenzialita’ sempre rifiutate per comodo!
L’immagine belloccia e superficiale di botto spari’ dallo specchio ed iniziai a vedermi con altri occhi.
Iniziai a vedere cio’ che volevo vedere ma che celavo con la paura e l’insicurezza.
La mia anima!

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