venerdì 20 settembre 2013

ZOMBIE di Gianluca Jazz Giannini




E' un esemplare di femmina. L'ho incatenata giù in cantina, pian piano quel locale glielo sto arredando, quasi potesse importarle qualcosa a lei o qualunque cosa sia ora.
E' uno zombie, è priva di vita. I suoi occhi vitrei risultano spenti e si muove goffamente. Ha un collare al collo e stupidamente cade all'indietro ogni volta che cerca di avvicinarsi a me.
Lo utilizzo per soddisfare i miei bisogni sessuali.
La terra è stata colpita da uno strano virus che tende ad addormentare le coscienze. Lo hanno chiamato Virus B, e il virus A dov'è? Non c'è mai stato. Lo hanno trasmesso a livello subliminale, le TV, hanno imparato a decodificare i meccanismi della mente e da allora bisogna stare attenti, guardarsi intorno, chiunque è il nemico, il potenziale avversario pronto a sottrarti ogni cosa in tuo possesso. Ecco io posseggo lei, non è molto, ma è una delle poche cose che ancora mi da piacere. L'ho chiamata Orgasmo.
Sembra vera quando gode, ha imparato dai miei gemiti animali. Alla fine so che non può godere, però quel suo tentativo di compiacere il mio desiderio, un po' mi piace e me la fa sentire umana.
Oggi le ho insegnato a toccarsi li, tra le gambe, è proprio un tubero, compie gesti meccanici. Rido, inclina la testa da un lato e i suoi occhi mi osservano senza vita.
Mi ha preso con se, è innocua, vuole che gli faccia le cose che le ho insegnato. Dopo un po' uno si abitua, non da gli stessi piaceri dell'inizio. Seppure affezionato oggi non mi va. Non voglio scoparmela.
Insiste.
No!
Ribadisco alzando la voce. Mi guarda inchinando nuovamente il viso.
Non sono eccitato, è da un po' che non mi eccito più con lei. E dire che insieme abbiamo provato un po' tutto.
L'ultima volta è stata più di un mese fa, l'ho lavata accuratamente. Orgasmo aveva un po' di paura dell'acqua, dopo quando mi vedeva eccitato a sfiorare le sue forme, si è tranquillizzata seppure ogni tanto qualche mal rovescio glielo ho dovuto dare, giusto perché così capiva quali distanze tenere. Non sono stupidi questi esseri, hanno un solo istinto, ma a legnate riesci a farglielo dimenticare.
Continua a cercarmi tra le gambe, vuole prendermelo in bocca. Stock, un altro colpo. Si allontana.
Forse se io fossi donna e lui un esemplare maschio questo racconto prenderebbe un'altra piega. Forse dovrei mettergli quella cintura fallica che ho barattato con il televisore al plasma.
L'ultima emozione, ecco questa non l'ho mai provata, farmi penetrare da Orgasmo, chissà come deve essere.
Una volta indossata Orgasmo si mette a saltare, il fallo ondeggia in alto e in basso, per lui è un nuovo divertimento. Chissà se a me piacerà, si deve pur godere nella vita e questo non l'ho ancora fatto.
Orgasmo mi guarda incapace di capire cosa deve fare. Mi preparo, penso che mi farà male allora infilo due dita nel mio posteriore e pian piano mi avvicino a lei cercando quell'organo artificiale. Orgasmo ha un sussulto, mi penetra con violenza, stringo un pezzo di tessuto che avevo provvidenzialmente tenuto a portata di mano. Le pareti del mio sfintere non ne possono più, sembrano lacerarsi, credo che potrei morire così, perché Orgasmo non si ferma e io, per quel perverso gioco che le cose da sfatare sono sempre le migliori, sono li, sotto di lei, a farmi penetrare all'infinito, perché lei non ha tempi, non si esaurisce mai, e questo mi era passato dalla mente nell'istante in cui mi è venuta la malsana idea di averla dentro di me. Potrei morire godendo, sai che bella fine. Orgasmo mi prende il sesso e incomincia ad agitarlo nel suo pugno, godo, meravigliosamente godo, per l'ultima volta. Lei mi ha sfondato, sento il sangue fluire fuori, le forze mi mancano e l'ultima cosa che ricordo è il suo fiato fetido e i suoi occhi puntati senza vita. La stessa vita che ora sta abbandonando me, per sempre.

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