mercoledì 26 marzo 2014

SOMEWHERE, OVER THE RAINBOW… di Franz Za




E’ faticoso attraversare la strada dei colori. Ma tocca farlo, tocca a tutti. All’inizio è solo in salita ma io sono giovane e forte e il rosso mi acchiappa, mi tocca, mi strappa, mi sporca, mi cambia, mi penetra, mi uccide. Il cammino prosegue e arriva l’arancione, che è più rassicurante. E’ nettare saporito, è una crostata di albicocche, è il colore preferito da mio figlio. L’arancione sa di buono, sa di casa mia. Sono quasi arrivata in cima quando improvviso arriva il giallo che mi schiaffeggia e mi abbaglia proprio quando meno me lo aspetto, perché lui è fatto così, quando arriva arriva e se non ha voglia di restare in un attimo se ne va. E mi lascia lì, al buio, da sola. Ma io non mi faccio prendere dal panico, devo camminare, correre nel verde, perché lui è sempre disponibile con me. Con lui torna la voglia di fare, di realizzare, di creare. Devo reagire. In fondo sono solo colori che vanno e vengono. Che spesso mi agitano. Affollano i miei pensieri. E mi viene caldo. E allora io mi tuffo nel blu per rinfrescare la mente, per tornare a sognare. Anche se io intanto non sono più una ragazzina. Ma i sogni non hanno età, neanche quando sono alla fine del percorso e l’indaco mi immalinconisce. Perché la malinconia ci vuole, perché per me è il ricordo di una vita vissuta. Aiuta ad apprezzare gli attimi speciali e mi prepara al viola che mi accompagnerà alla fine della strada. Cosa troverò? Non mi importa. Il viaggio è stato talmente bello…

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