lunedì 10 marzo 2014

LA PROVA di Alice Stregatta




Quella sera, lui aveva invitato i suoi amici a cena. Lei avrebbe dovuto servire a tavola.
Era nuda, indossava solo il collare.
Imbarazzata, come piaceva a lui.
Aveva questa fissa dell'imbarazzo. Lei non la capiva... Ma d'altronde capiva ben poco di lui.
Fu una tortura, sentire i loro sguardi addosso, ascoltare i loro discorsi, sentirsi trasparente. Si comportavano come se non ci fosse.
Dopo il caffè, servito in salotto, lui le si avvicinò, le accarezzò la schiena col dorso della mano... Un brivido la percorse. La afferrò per il collare e la strattonò, spingendola carponi sul tavolino basso. A quattro zampe.
Le legò i capelli in una coda e le sfiorò la guancia. "Sei Mia- le sussurrò- Mia. Tienilo a mente."
Lei capì, capì quello che stava per accadere, vedendolo accomodarsi sul divano davanti a lei.
"Guardami. Guarda solo me, io sono qui."
E si accese una sigaretta.
Deglutì a fatica, il cuore le batteva all'impazzata, sentiva le vene pulsare forte. Tempie e gola.
In fiamme.
Lo guardava osservarla compiaciuto, notò un impercettibile segno rivolto a qualcuno alle sue spalle.
Poi, lo sentì.
Qualcuno le afferrò i fianchi e la penetrò all'improvviso, senza una carezza, senza una parola.
Si rese conto di essere bagnata: lo sguardo di lui era in lei, più dentro dello stronzo che la stava fottendo.
Non godeva per la scopata, stava facendo l'amore con i suoi occhi, brillanti di desiderio. Un ghigno soddisfatto gli illuminava il volto angelico.
Ti amo, pensava, ti amo...
Si lasciò travolgere dalle emozioni, da quello che provava per lui.
Godeva per interposta persona. Era lui, lui che si muoveva in lei, che grugniva alle sue spalle, erano i suoi gemiti che si fondevano con i propri.
"Sono Tua" gli sussurrò abbandonandosi all'orgasmo. Il tizio le scaricò il suo piacere sulla schiena.
Sentì colare il suo seme lungo la spina dorsale, le natiche, le cosce.
Lui le si avvicinò, le sollevò il mento e la baciò.
"Sei Mia."
"Tua."

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