giovedì 13 marzo 2014

UNA GIORNATA DEL CAZZO di Allie Walker





Me la sogno un’altra giornata come quella, la giornata che ormai chiamo, scherzosamente, la giornata del cazzo.
Sarò breve…
Ho una fidanzata stupefacente, una gran gnocca e anche particolarmente vacca, e probabilmente è una cosa genetica visto che anche la madre e la sorella sono due donne bellissime e hanno dei corpi fantastici. La mia fidanzata è la più bella delle tre, ma le altre due hanno qualcosa che lei non ha: grandi mammelle.
Mio padre, un gran puttaniere, ora passato a miglior vita grazie alla sua ultima compagna trent’anni più giovane (ma non è questo che voglio raccontarvi), non è stato un gran padre; spesso, nelle periodiche visite presso la casa dei nonni dove io e la mamma alloggiavamo, mi parlava di donne e di come dovevo comportarmi con loro. Mi ricordo benissimo, ancora adolescente, che un giorno, mentre eravamo al parco e guardavo passare una mia amica con la sua mamma, se ne uscì con questa frase: “per valutare la figlia devi guardare la mamma, per cui se quella babbiona è la mamma di quella pulzella dalle tettine a punta lascia perdere, buttati su un altro osso.”
Ma torniamo a noi, avrò tempo e modo di parlare di mio padre in un’altra occasione, e alle tre donne.
Matilda, la mamma, ha 54 anni ed è incredibilmente in forma per la sua età, inoltre ha queste tette fenomenali che mi ballano di continuo davanti agli occhi, anche quando sono a casa mia. Mi sono fatto più di una sega pensando a quelle poppe e non ero di certo pronto al dono che la famiglia di Erica aveva in serbo per me.
Mi apprestavo a passare una di quelle giornate estive presso la famiglia di Erica: sabato in piscina a non fare un cazzo, tranne dedicarmi alla mia fidanzata e al dolce far nulla. Dopo aver salutato la mia ragazza, che mi attendeva sul vialetto della villa, entrai di corsa in casa a cambiarmi con l’intento di uscire subito sul patio e raggiungere Erica in piscina, per farmi una nuotata e rinfrescarmi. Salii le scale velocemente e sul pianerottolo mi imbattei nella sorella, Paola, con un piccolo asciugamano attorno alla vita e le grandi tette contenute appena dal triangolino di un costume mignon.
Mi scusai immediatamente, ma avevo le gambe bloccate e riuscivo a malapena a distogliere lo sguardo da quelle tette e dai suoi occhi di un azzurro cielo. Lei non disse nulla. Tutto quello che fece fu darsi un morso al labbro dipinto di rosso e spingermi, poi, nella sua camera da letto. Che cosa può fare un ragazzo, messo così alle strette, di fronte a una che ti si spoglia davanti e ti dice: “E’ da un po’ che osservo il tuo cazzo dentro quel costume indecente che indossi ogni volta che vieni qui. Non lo sopporto più! Devo averlo…”
Me la sono scopata velocemente fino a farla gemere, tappandole la bocca con lo slip del costume per non farla urlare troppo, stringendo tra le mani quelle tette enormi. E, dopo averla fatta godere, vederla inghiottire il mio cazzo tra quelle labbra rosso ciliegia? E’ stato fantastico e sbalorditivo!
Mi sorrise leccandosi per l’ennesima volta le labbra e mi spinse fuori dalla sua camera raccomandandosi di tenere nascosta alla sorella quella sua voglia e ciò che era appena successo.
Era la prima volta che tradivo la mia fidanzata e l’avevo fatto con sua sorella!
Mi sentii in colpa in quel momento e quando tornai sul patio, invece di sedermi accanto a Erica, che stava leggendo un libro, mi tuffai direttamente in piscina. Nuotai come un pazzo e lei non sospettò nulla.
Avevo il fiatone quando, aggrappato al bordo piscina, vidi passare Matilda, e le sue tettone, con delle bibite su un vassoio mentre Erica si tuffava e veniva verso di me. Forse avevo un odore particolare quel giorno? Non lo so. Fatto sta che Erica non la smetteva di accarezzarmi il cazzo.
Uscii dalla piscina con la scusa di dover andare a farmi una doccia dicendo che ero stanco di stare in acqua. Ero così fottutamente confuso ed eccitato che il cazzo mi faceva male da quanto era duro. Passai dalla cucina per dirigermi verso la stanza da bagno e dal nulla spuntò la madre della mia ragazza. Mi spinse malamente verso il frigorifero e afferrò il cazzo da sopra il costume. Aveva uno sguardo feroce e pensai avesse scoperto che mi ero scopato l’altra sua figlia.
Invece: “Ho visto che sotto questo costume qualcosa di grosso si muove…mi hai fatto bagnare e ora devi pagare pegno! E poi…tu hai bisogno di aiuto, altrimenti questo… coso… potrebbe esplodere.” Disse leccandosi le labbra, abbassandomi il costume quel poco da far sgusciare la “proboscide”, palle comprese.
Si scostò di lato la mutandina del bikini e, aprendosi le grandi labbra, si infilzò come uno spiedo; mentre lei mi scopava afferrai quelle poppe enormi e cominciai a leccarle i capezzoli.
Che meraviglia ragazzi. Adoro le tette in tutte le loro forme, ma quelle grandi mi mandano direttamente in visibilio.
E lì, in piedi, nella cucina di famiglia, ebbi il mio secondo orgasmo stretto dalla morsa di quelle gambe fantastiche e da quella figa che pulsava attorno al cazzo.
“Vai a darti una sistemata ragazzo…” pronunciò Matilda tra un respiro affannato e l’altro. “Porto fuori qualcosa da mangiare, dico a Erica che sei nella doccia. Ti aspettiamo lì.” Strizzò un occhio e mi spinse via.
Seduto nella doccia per qualche minuto con l’acqua che scorreva fresca sulla pelle infuocata e impregnata di sesso, sentii la mia ragazza chiamarmi. Voleva unirsi a me nella doccia.
Il cazzo mi faceva male, ero venuto due volte in poco meno di un paio d’ore…due scopate brevi ma intense e sicuramente ad Erica sarebbe venuto voglia, la conoscevo bene la mia troietta.
“Ho voglia di te…” disse appena entrò nella doccia.
Beh, mi presi il mio tempo. Mi dedicai a lei.
Solo lingua e mani su tutto il suo corpo meraviglioso. Ci misi tutto il mio tempo, tutta la mia attenzione, e lei che ogni tanto gemeva e veniva a strofinarsi mi faceva stare bene. Pelle su pelle con l’acqua che scorreva sui nostri corpi.
Pensai alla sorella e poi alla madre e a quelle tette che mi mandavano fuori di testa. Pensai al tradimento ma non mi sentivo più in colpa, in fondo avevo "consumato tutto in famiglia" e non ero stato io a prendere l’iniziativa. Mezz’ora dopo, all’incirca, Erica stringeva tra le mani la mia terza erezione in poche ore. Il cazzo reclamò ancora una dose.
Un giorno del cazzo…ribattezzai così quel sabato.
Non mi aspetto che si ripeta, tre donne in un giorno non capita spesso. Ma se capita…

Nessun commento:

Posta un commento