domenica 2 marzo 2014

REINVENTARSI di Sereno Notturno



Una mattina molto presto, ancor prima dell'alba in una giornata qualsiasi di un qualsiasi anno, un persona realizzò che doveva reinventarsi la vita, perché quella era in disaccordo con il trascorrere del tempo.
Fuori nevicava, ma a quella persona non importava e nonostante non avesse tutto il tempo necessario si alzò, si vestì prese il caffè, come aiuto al risveglio e chiudendo la porta dietro di se uscì.
Appena giunto al cortile realizzò che la neve era alta, fosse stata un'altra giornata, avrebbe cominciato a spalare la neve arrivando a sudare per arrivare in tempo, ma era una giornata diversa, reinventata, quindi chiamò il lavoro dicendo che appena fosse stato in grado sarebbe andato.
Finito di liberare dalla neve, con cautela e tranquillità torno su nell'appartamento, fece una doccia, si mise a letto, non prima di telefonare al lavoro, dicendo che il cancello automatico era bloccato e non riusciva ad andare in azienda.
Fosse stata un'altra giornata avrebbe fatto il diavolo per arrivare in tempo, ma era una giornata reinventata che faceva parte di quella sua vita reinventata.
Non dormì ma si rilassò tra il fare del giorno con lo scuro un po' aperto che lasciava intravedere il riflesso chiaro della neve, realizzando i suoi pensieri che non erano più veri e propri pensieri ma ricordi, quelli di una vita prima di essere reinventata.
Passarono i giorni e l'uomo fece caso sempre di più a ciò che prima non vedeva; persone che con le loro scadenze ogni giorno facevano la stessa cosa e non potevano cambiare, quel giorno era per la tal cosa e null'altro, per esempio il sabato mattina la spesa della settimana e con precisione da guinnes alle nove era in cortile, apriva il garage e aspettava la moglie per la spesa, tutte le settimane la stessa tiritera. Se uno s'ammalava? Beh niente spesa ahahah...
Ogni santa domenica la pizza in casa, come orgasmo della settimana, “Abbiamo sempre fatto così e stiamo bene”.
Il più piccolo dettaglio messo sotto la lente d'ingrandimento da chi aveva la necessità di reinventarsi la giornata, la settimana, la vita, ogni cosa non doveva essere più la stessa, ma dettata solo dal desiderio dell'attimo, scrivere emozioni prima non gli era congeniale, forse perché le reprimeva, come qualcosa che passava in secondo piano, ora le descriveva nel minimo dettaglio, come sua vita assidua e si accorse che ve ne erano di tutti i tipi e sotto i più indescrivibili aspetti, ma ora la necessità era reinventarsi la vita.
Giusto, sbagliato... forse solo consapevolezza anche solo del minimo sguardo o della minima emozione, ma descritta nel suo libro privato dentro la sua testa, la vita era questa.

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