mercoledì 26 marzo 2014

POLVERE DI CRETA di Francesca Delli Colli




Parole secche sono entrate in me
come una tempesta cupa e violenta
dalla quale non sono riuscita a ripararmi
trascinandomi via, violando la mia resistenza.
Parole che hanno aperto uno squarcio di sereno
Nella turbolenza che ha scosso la mia anima.
Inquieta.
Plasmata come una creta vergine,
le Tue mani hanno saputo darmi una forma,
prima astratta , poi sempre piu’ definita.
Hai soffiato in me la vita diventando
un’orpello al quale hai dato
un posto nella tua esistenza,
scrivendo il mio destino.
Ho cercato di imparare a scrivere anche io,
con mano insicura
e la presunzione di poter imprime
qualche segno nella Tua anima.
Ho cercato di leggere cio’ che
percepivo in te.
Parole confuse, parole senza senso,
parole mozzate, parole….
Unico mio scalpello per incidere
Qualcosa in Te, ma penso di
Non essere riuscita neanche a
Scalfire una scheggia in quella pietra
Tenera, bianca, ma ricoperta da metallo fuso,
che e’ la Tua anima.
Quel metallo rovente
Ha ustionato la mia essenza ,
Una impronta profonda ed indelebile
su questa creta ormai essiccata,
priva dell’essenza primordiale,
diventata di nuovo uno dei tanti orpelli,
forse di poco conto,
che ornano il tuo tempo.
Ogni scultore lascia un segno
Nella parte piu’ nascosta della sua opera,
Tu lo hai lasciato in me e contrastera’
Il tempo che passa ed ogni mano
Che cerchera’ di continuare la Tua opera,
ma invano.
Sono solo una Tua creazione,
la prima “prova d’autore”
creata in me, ma mai terminata.

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