mercoledì 8 gennaio 2014

IRINA ( acquarelli di vita reale ) di Andrea Lagrein




Lei si chiamava Irina, veniva dall'est e faceva la puttana.
Aveva lasciato una casa, una famiglia e una figlia di tre anni per rincorrere un paradiso sognato. Aveva abbandonato la sua terra, le sue radici, i suoi immensi spazi per trovare un inferno desolato....
Lei si chiamava Irina, veniva dall'est e da tutti era additata come la strega del quartiere da non frequentare.
E' una poco di buono, dicevano i moralisti ben pensanti. E' una traviata da redimere, sussurravano le beghine nell'ombra di una navata. E' una scopata facile da quattro banconote, sghignazzavano i vecchi pensionati davanti a un quartino di rosso.
Lei si chiamava Irina, veniva dall'est e abitava nel mio stesso palazzo.
Un monolocale fatiscente, un materasso steso per terra, due fornelli incrostati e un cesso spesso intasato erano il suo regno quotidiano. Un marciapiede male illuminato, una veloce contrattazione, il frusciare di poche banconote e visi già dimenticati ancor prima di guardarli erano la sua prigione notturna.
Lei si chiamava Irina, veniva dall'est ed era mia amica.
Ci conoscemmo in uno di quei vuoti pomeriggi di ozio dove i tristi pensieri non ne vogliono sapere di andarsene. E subito le nostre anime dannate e condannate si riconobbero gemelle. E subito le nostre malinconie si fusero in un abbraccio ristoratore.
Lei si chiamava Irina, veniva dall'est e faceva la puttana.
Consumammo il nostro amore impossibile con tenerezza e passionalità, certi che per noi non ci sarebbe stato un domani, ma solo un presente fatto per lenire le nostre sofferenze. Mi baciò, la baciai. Mi toccò, la toccai. E quando scivolai in lei, lei si concesse con tutta se stessa.
Lei si chiamava Irina, veniva dall'est e la amai con tutto me stesso!


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