giovedì 23 gennaio 2014

LE PAGINE DELLA VITA E LA VITA DELLE PAGINE. di Franz Za




Certe volte mi chiedo se siamo noi a scegliere i libri o se siano piuttosto i libri a scegliere noi. Quando ripenso ad alcuni momenti del passato, importanti o comunque
significativi, mi sorprendo a ricordare quale fosse il libro che stavo leggendo. E sorrido constatando che molto spesso i temi o i toni delle nostre letture non corrispondano affatto al nostro vivere del momento.
Mentre allattavo mio figlio ero follemente innamorata di Stieg Larsson e della sua terribile trilogia in cui uomini cattivi che odiano, stuprano e uccidono donne strane e folli. Ero assurdamente felice quando il pianto del piccoletto mi svegliava nel cuore della notte perché voleva mangiare, e mentre lui poppava io avida leggevo.
E che dire di "La versione di Barney" divorato durante il viaggio di nozze? Il momento più giusto per leggere di un uomo che ha avuto tre mogli, della sua lenta follia, e
della perdita del grande amore. Ma soprattutto non riuscirò mai a capire come, quattordicenne inesperta e timida, mi sia ritrovata tra le mani "Histoire d'O". Lo lessi tutto d'un fiato, a casa di un amico, dopo averlo trovato frugando nella loro ricchissima biblioteca. Non è un gran romanzo e non è decisamente tra quelli che mi porto nel cuore. Ma ricordo quel momento. Lo ricordo. Adesso.

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